mercoledì 2 febbraio 2011

Strategie Della Manipolazione



Leggendo le dieci strategie della manipolazione redatte dal famoso filosofo linguista Noam Chomsky, e’ inevitabile fare un tuffo nel passato non troppo distante, quando, l’avvento del fascismo determino’ il controllo assoluto dei mezzi di informazione sociale, quali erano la stampa e la radiodiffusione. Traendo spunti essenziali dal trattato Psicologia delle Folle di Gustave Le Bon, il fascismo impose la sua autorita’ facendo leva sulla manipolazione mediatica, avendo appreso che la massa necessita di una guida a cui affidare il riscatto dei propri sogni mancati e delle proprie aspirazioni.
Le Bon afferma che un moderno dittatore deve interpretare i desideri e le aspirazioni della collettivita’, senza per questo offrirne loro la realizzazione. La cosa importante e’ prospettare, attraverso l’impostazione di un ben congegnato sistema di controllo, l’illusione della concreta attuabilita’ di ogni aspirazione che cova nell’intimo delle masse. L’apparenza quindi, e non la realta’, assume primaria importanza nella gestione del comportamento della gente. Da qui il ruolo
fondamentale dei mezzi di informazione che, attraverso la diffusione di messaggi opportunamente distorti, per cio’ che riguarda la notizia nel suo valore intrinseco e di contenuto chiaro, e messaggi tesi ad influenzare direttamente l’inconscio dell’individuo, per cio’ che riguarda l’informazione a contenuto subliminale, in un modo o nell’altro determinano l’andamento sociale secondo le direttive superiori. Analoga dimostrazione del potere mediatico che opportunamente indirizza il popolo verso obiettivi di carattere assolutistico, la troviamo nel fenomeno che si affermo’ nel decennio fra gli
anni quaranta e cinquanta negli USA, il Maccartismo, che coinvolse la massa alla disperata persecuzione di tutte le manifestazioni volte a propugnare maggiore giustizia ed equita’ sociale, definendole attivita’ antiamericane. Un fenomeno molto piu’ limitato del fascismo e nazismo, ma che comunque tento’ di rendere partecipe le folle al grande progetto di epurazione americana contro le attivita’ comuniste. Come Chomsky descrive nelle dieci strategie tese al controllo sociale, il ruolo dei mezzi di informazione occupa la scena principale, come anche dimostrato dalle recenti rivolte nel
mondo Islamico, dettate si, da uno stato esasperato di sopravvivenza quotidiana, ma al contempo teleguidate dalle informazioni che Al Jazeera quotidianamente sforna. Se nei regimi trascorsi, l’azione dell’uomo che esercita violenza per imporre il suo punto di vista era indispensabile, oggi e’ la mistificazione l’arma con cui si assoggetta il pensiero delle folle, la bugia attraverso cui si insinua l’idea della possibile realizzazione di un sogno, che allo stato attuale corrisponde al desiderio di fama, ricchezza e importanza a titolo gratuito. Quindi “la strategia della distrazione” che decentralizza i reali problemi sociali a favore di frivoli e banali argomenti, offerti in quantita’ abnorme tale da obnubilare il pensiero collettivo.
Lo vediamo quotidianamente dai Telegiornali, che offrono notizie di scarso valore sociale, che infondono la sensazione di una tranquillita’ apparente e rassicurano per un pluralismo ben camuffato. “Il problema e la soluzione”, artificio con cui si crea consenso, enfatizzando esponenzialmente naturali difetti di funzionamento sociale o addirittura creandoli a tavolino, avendo la soluzione in tasca. “Mantenere il livello culturale sociale opportunamente basso”, infondendo l’idea che l’importante sia poter nutrirsi e non istruirsi, e di conseguenza soggiogare la collettivita’ perche’ non all’altezza della situazione. “Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca”, che allaccia il ruolo dei media nell’approfondimento di cio’ che la gente crede di desiderare, l’illusione del possesso, il disconoscimento dei bisogni necessari e la valorizzazione di quelli superflui. La netnografia puo’ far da esempio sulla conoscenza che l’establishement economico ha di noi rispetto a quella che noi stessi abbiamo. In conclusione, sarebbe necessario riappropriarsi delle proprie capacita’ di critica e discernimento, costringendo peraltro i mezzi di informazione a dissociarsi dai poteri superiori che li costringono alla prostituzione intellettuale e soprattutto segnare un confine indelebile fra cio’ che appartiene alla societa’, l’informazione equa e responsabile, e cio’ che invece appartiene alla politica. All’alba del terzo millennio resta ancora insoluto il piu’ grande dei problemi in Italia e nel mondo, il concentramento simultaneo di potere mediatico, politico ed economico in sole due mani, quelle di Silvio Berlusconi.

Fiumicino 02 febbraio 2011 h. 06.16 a.m. Mario R. Zampella





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